Smart Safe & Green

“IoT”, UN SETTORE IN RAPIDA CRESCITA

di Smart&Safe&Green Research Team

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Il settore è in costante crescita: gli investimenti in progetti che inglobano tecnologia IoT sono aumentati dal 2015 al 2018 di oltre l’80% e uno studio di HSBC Gorup (società finanziaria e di servizi bancari verso le aziende) stima che il mercato abbia raggiunto nel 2018 oltre 750 miliardi di dollari.

In Italia l’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano, offre preziose informazioni:

2017

Nel 2017 il mercato IoT in Italia valeva circa 3,7 miliardi di euro (dati Oss. Politecnico Milano), in netta crescita rispetto al 2016 (+32%), di cui oltre un quarto degli investimenti (980 milioni di euro) è rivolto allo Smart Metering che, grazie ai 2,4 milioni di contatori gas intelligenti installati nelle case nel 2017, spinta anche dall’introduzione della normativa relativa, e alla seconda generazione di contatori elettrici intelligenti, raggiunge i 980 milioni di euro (+3% rispetto al 2016); al secondo posto figura la smart car con 810 milioni (+47%), grazie anche agli 11 milioni di auto con almeno un dispositivo che comunica le proprie informazioni, per lo più tramite sensori GPS per la localizzazione della vettura per motivi assicurativi, ma sono in forte aumento anche le auto connesse tramite innovativi sistemi di informazione -spettacolo I ( il cosiddetto “infotainment”).

Al terzo posto troviamo le applicazioni di Smart Building (520 milioni), legate principalmente a videosorveglianza e gestione di impianti fotovoltaici, mentre il 10% della spesa è legata all’ambito “smart logistics” (sistemi di gestione di flotte aziendali / antifurti satellitari). Infine le applicazioni IoT per lo sviluppo delle smart cities raccolgono circa il 9% della spesa totale, mentre quelle collegate alla smart home al momento accolgono solo un 7%, pari a circa 250 milioni di euro l’anno.

2018

Il giro d’affari generato dall’IoT in Italia nel 2018 è stato di 5 miliardi di euro, con  un incremento del 35% rispetto all’anno precedente, spinto sia dalle applicazioni che sfruttano la “tradizionale” connettività cellulare (2,8 miliardi di euro, +27%), sia da quelle che utilizzano altre tecnologie di comunicazione (2,2 miliardi, +47%). Quasi metà del mercato è costituito da contatori intelligenti (1,4 mld) e automobili connesse (poco più di 1 mld). Smart Home (+52%) e Smart Factory (+40%), grazie anche agli incentivi previsti dal Piano Nazionale Industria 4.0, sono i segmenti più in crescita.

Aumentano del 25% le revenue relative alle applicazioni di Smart Asset Management in contesti diversi dalle utility, principalmente per il monitoraggio di gambling machine utilizzate per il gioco d’azzardo, di ascensori e distributori automatici. Anche il segmento Smart City vanta un buon tasso di incremento (+24%) con applicazioni consolidate come la sicurezza, il trasporto pubblico, l’illuminazione e nuovi progetti di raccolta rifiuti, gestione dei parcheggi e monitoraggio dei parametri ambientali.

Il 36% dei Comuni ha avviato progetti di Smart City negli ultimi tre anni, mentre il 58% delle fabbriche ha lanciato un progetto di Industrial IoT.

Secondo lo studio della Gartner nel 2020 vi saranno 26 miliardi di oggetti collegati in tutto il mondo, ma la previsione sembra fin troppo prudente. ABI Research ha stimato in circa 30 miliardi gli oggetti facenti parte della IoT nel 2020, mentre altri istituti parlano addirittura di 100 miliardi. In ogni caso il settore subirà in tempi prossimi una notevole espansione, con un giro d’affari che si calcola attorno agli 80 miliardi di dollari a livello globale.

La necessità di connettere così tanti dispositivi ad internet implica anche la disponibilità di altrettanti indirizzi IP per poterli identificare in modo univoco. Se il protocollo IPv4 può supportare solo fino a 4,3 miliardi di indirizzi, il nuovo protocollo IPv6 (Internet Protocol Version 6” della Internet Engineering Task Force (IETF) ),  designato come successore dell’IPv4, semplificando molto la configurazione e la gestione delle reti IP, consente di supportare un numero molto superiore di ip.

Infatti IPv6 riserva 128 bit per gli indirizzi IP e gestisce 2128 (circa 3,4 × 1038) indirizzi, là dove l’ IPv4 riserva 32 bit per l’indirizzamento e gestisce “solo” 232 (circa 4,3 × 109) indirizzi. Quantificando con un esempio le quantità in gioco, possiamo affermare che per ogni metro quadrato di superficie terrestre, ci sono 655.570.793.348.866.943.898.599 indirizzi IPv6 unici (cioè 655.571 miliardi di miliardi o 655 triliardi).