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Capacità depurative della Tillandsia Usneoides: i progetti di ricerca italiani

di Smart&Safe&Green Research Team

Negli ultimi anni sono stati condotti molti studi per verificare l’effettiva capacità depurativa della Tillandsia Usneoides e le potenzialità di un suo utilizzo come indicatore dei livelli di inquinamento atmosferico.

Si riporta di seguito una breve panoramica dei principali studi condotti in Italia, dei quali verrà presentato solo un breve abstract , rimandando ai documenti integrali ( facilmente reperibili in rete tramite  titolo dell’articolo) per un approfondimento delle procedure di testing e del contesto ambientale. Le scelte operate dai ricercatori risultano di estrema importanza per la corretta valutazione dei risultati e la ripetibilità della sperimentazione, ma sono aspetti difficilmente riassumibili all’interno di un breve articolo.

Progetto di Ricerca dell’università di Firenze e di Bologna condotto dal botanico Luigi Brighigna (Ateneo Fiorentino, 1999)

Titolo originale: The use of tropical bromeliads (Tillandsia spp.) for monitoring atmospheric pollution in the town of Florence, Italy

Le piante di Tillandsia Usneoides sono state testate per almeno sei mesi sulla trafficatissima circonvallazione di Firenze per iniziativa del botanico Luigi Brighigna dell’Ateneo fiorentino, che ha poi portato le piantine “inquinate” al dipartimento di chimica ‘Ciamician’ di Bologna, attrezzato per studiarle.

Secondo i risultati del test, pubblicati su riviste scientifiche, la Tillandsia può non solo essere usata per monitorare l’inquinamento, ma anche per assorbire le polveri cariche di idrocarburi policiclici aromatici, ovvero i benzopireni accusati di essere cancerogeni, provenienti dall’incompleta combustione della benzina e del gasolio. La mancanza di radici ha permesso, inoltre, di analizzare le sostanze depositate escludendo le interferenze con il terreno e dimostrando, così, che la Tillandsia non solo cattura gli inquinanti, ma è anche in grado di assorbirli ed eliminarli, metabolizzandoli, ovvero “mangiandoli”. La dose calcolata varia da 0,2 a 0,6 milligrammi per chilogrammo di pianta in funzione di una serie di parametri ambientali.

Lo studio ha confermato la capacità della pianta di assorbire, metabolizzare e dunque eliminare 0.2 mg di inquinanti per ogni kg di pianta, depurando fino a 50 mq d’aria circostante.

La ricerca ha evidenziato anche come la tillandsia possa costituire un organismo di biomonitoraggio particolarmente utile, a basso costo, all’interno dell’area di distribuzione (tutti i paesi dell’America Latina e gli Stati Uniti meridionali), dove queste piante sono facilmente disponibili, ma anche ovunque il clima permetta loro di sopravvivere.

Studio  sull’Utilizzo della Tillandsia usneoides come biomonitor – studio in Italia

Titolo originale: Evaluation of the suitability of Tillandsia usneoides (L.) L. as biomonitor of airborne elements in an urban area of Italy, Mediterranean basin

Lo studio ha valutato l’idoneità della Tillandsia usneoides come biomonitor nelle aree urbane del bacino Mediterraneo. Lo studio è stato effettuato presso cinque siti della città di Pisa (Toscana, Italia centrale) che differiscono per l’uso del suolo, le attività antropiche e/o la vicinanza alle fonti di emissione. Gli elementi indagati sono stati al, As, B, BA, bi, CA, CD, Co, CR, CS, cu, Fe, K, mg, MN, na, NI, PB, SB, SR, V e Zn.

I campioni non lavati e lavati, raccolti dopo 36 giorni di esposizione (maggio-giugno 2011), sono stati analizzati da ICP – MS. i risultati hanno mostrato differenze significative tra siti di campionamento per diversi elementi. Le concentrazioni di al, BA, bi, CD, Co, cu, PB, SB e Zn sono state le più alte nelle aree urbane/di traffico e/o suburbane/di traffico. Alcuni di questi elementi ad esempio BA, cu, SB e Zn sono comunemente considerati come elementi correlati al traffico. Nel sito industriale, i principali elementi trovati sono stati mg, SR e Zn. Le concentrazioni di ferro, MN, na e V erano molto più alte nelle zone rurali/remote.