Smart Safe & Green

Iot – internet of Things

di Smart&Safe&Green Research Team

Si parla di “Internet of Things” quando oggetti e luoghi concreti vengono connessi alla rete. In questo modo gli oggetti (le “cose”) si rendono riconoscibili e acquisiscono intelligenza grazie al fatto di poter comunicare dati su se stessi e accedere ad informazioni aggregate da parte di altri, senza l’intervento di operatori umani. In ambito IoT, dunque, gli oggetti possono collegarsi alla rete, comunicare il proprio status e dati sul proprio operato, come statistiche ed altro, ed accedere ad informazioni utili per il proprio funzionamento, in modo del tutto automatico. Lo scopo di questo tipo di soluzioni è sostanzialmente quello di monitorare e controllare e trasferire informazioni per poi svolgere azioni conseguenti.

La condizione essenziale è che gli oggetti siano dotati di una propria “identità elettronica”, e non a caso i primi sviluppi dell’IoT sono stati legati alla tecnologia RFID (radio-frequency identification), che consente infatti il riconoscimento o l’identificazione da parte dei computer dell’oggetto a cui è applicata.

Oltre all’ Rfid (Identificazione a radio frequenza) esistono altre tecnologie per fornire un’identità digitale, come ad esempio il più noto il QR code.

 L’importante è che l’oggetto abbia un indirizzo IP che ne consenta l’identificazione univoca e la capacità di inviare e ricevere dati in modo autonomo e senza l’intervento umano. Questa ultima capacità può essere insita nell’oggetto (firmware fornito direttamente dal produttore) o resa possibile tramite un sw esterno collegato all’oggetto, che realizza l’azione di connessione, lancio dati in rete e ricezione della eventuale risposta) .

La fase preliminare all’Internet of Things è rappresentata dalla sensoristica semplice, ossia sensori che rilevano informazioni e le trasformano in dati digitali che vengono conservate dalla memoria interna. Parliamo di semplice “data collection” da parte di apparecchiature dedicate a rilevare dati, ad esempio legati alla temperatura di ambienti, al movimento di veicoli, alla qualità dell’aria, al livello di rumorosità di determinati ambienti o alla presenza di determinate sostanze, parliamo di estensimetri digitali, fessurimetri e martinetti digitali per il monitoraggio strutturale. Tali dispositivi vengono interrogati “manualmente” in forme e modalità diverse e manca la connessione in rete.

Essere riusciti a connettere in rete questi dispositivi, ha aperto un mondo di applicazioni automatizzate (ossia che non passano tramite operatore umano) di grande importanza pratica ed ormai lo IoT è presente nella nostra vita quotidiana molto più di quanto si potrebbe pensare, essendo utilizzato nei settori della domotica, dei trasporti, della logistica, della medicina e in moltissimi altri ambiti.

Praticamente tutti abbiamo un cellulare che si connette in rete e comunica la nostra posizione, molti hanno delle app sul cellulare, che monitorano i battiti del cuore, i passi, il sonno, ecc, archiviandolo i dati in cloud,  ci lasciamo guidare dal navigatore, fornendo i dati di posizione e ricevendo in cambio un feedback sul traffico…Le app per la domotica, ci consentono di controllare attraverso il browser di un computer, accedendo alla rete domestica, oppure più semplicemente attraverso una app connessa in remoto direttamente dallo smartphone i vari elettrodomestici di casa, che diventano pertanto tutti IoT. Già oggi è possibile, tramite il proprio cellulare, impostare il termostato di casa e vedere in tempo reale le immagini delle telecamere di sicurezza di casa. 

Nel progetto abbiamo applicato questi concetti al monitoraggio strutturale continuo dell’edificio